Le Olimpiadi più foil della storia!

Un punto di vista tecnico e istituzionale ad un mese dai Giochi. Testimonianze e analisi del fenomeno foil: la voce di chi ha creduto, esplorato, testato, studiato, sviluppato un campo in continua espansione ed evoluzione. Parole di Mirco Babini, Luca De Pedrini e Domenico Foschini, raccolte da Elena Giolai.


Luca De Pedrini, performance manager FIV – Olympic Sailing Coach IV livello

Il foil ha decisamente scosso il mondo della vela, stimolando allenatori e atleti ad esplorare nuovi orizzonti. Le novità tecniche e le sfide che comporta hanno reso l’allenamento più interessante e variegato. C’è ancora molto da scoprire, studiare ed imparare: le tecnologie continuano ad evolversi e le tecniche di navigazione vanno di pari passo. Di fatto é un mondo nuovo dove la sperimentazione é continua,  con esperienze e sensazioni sempre nuove e che mi pare incontrino i favori di un parterre variegato: si passa dal ragazzino al sessantenne, registrandone lo stesso livello di entusiasmo”

Passare dalla vela tradizionale alla vela foil comporta lo sviluppo di diverse abilità e competenze specifiche.

  • Perr iniziare, i giovani apprendono e sviluppano molto velocemente tecniche avanzate per gestire la stabilità e il controllo della barca su superfici più veloci e piu’ o meno dinamiche. Questo vale sia per il Nacra e Waszp che per wing, kite, IQFoil.
  • Al tempo stesso, data proprio l’instabilità e velocità, i ragazzi maturano l’elevata reattività ai cambiamenti del vento e delle onde che il foil richiede, migliorando la consapevolezza situazionale e di osservazione.
  • Inevitabilmente, data la relativa “giovinezza” dello strumento, la necessità della comprensione approfondita delle tecnologie foil, inclusi i materiali ed i meccanismi di sollevamento, portano anche ad un maggior studio teorico che genera conoscenza specializzata utile per il futuro.
  • La velocita’ di sviluppo degli attrezzi, nel loro insieme, spinge i giovani ad adattarsi rapidamente a nuove condizioni e sfide, migliorando la loro flessibilità mentale e fisica.
  • Data poi la diffusione, mi pare di assistere ad un fenomeno non nuovo, dove navigare a velocità elevate, molto spesso in assenza di assistenza esterna, implica lo sviluppo di una migliore gestione del rischio e della sicurezza da parte del praticante.

L’Italia ha dimostrato di avere competenze avanzate nel foil, o comunque si è allineata velocemente con le classi olimpiche foil come Nacra 17, Kite e iQFoil. Quanto lavoro, studio, test…sono stati necessari? Come ci si è arrivati?

L’Italia si è adattata rapidamente alle classi olimpiche foil grazie ad un timing perfetto ed un grande impegno in termini di lavoro, studio e test. È stato necessario un grande sforzo collettivo tra atleti, allenatori e tecnici. Il percorso, unitamente al ricambio generazionale necessario, è stato un fatto di:

  • formazione e aggiornamento continuo: allenatori e atleti hanno dovuto imparare, sviluppare e modificare nuove tecniche e strategie.
  • Test e prove sul campo: sperimentazione continua per quanto riguarda assetti e materiali per ottimizzare le prestazioni.
  • Collaborazione e scambio di conoscenze: soprattutto all’inizio dove vi e’ stato un grande travaso di conoscenze ed esperienze a 360 gradi, da Luna Rossa alla wing allo slalom foil tutto e’ servito per accellerare la curva di crescita e portare ai risultati attuali.

Mirco Babini, Course representative Olimpiadi 2024

E’ indubbio che il foil per alcune discipline ha attirato numeri importanti di giovani e giovanissimi, nonostante i costi non popolari. Perchè secondo te c’è stato questo boom soprattutto se si pensa al wingfoil e al windsurf olimpico (quest’ultimo rispetto ai numeri precedenti)

L’effetto trainante derivato dal foiling ha attirato i giovani in primis per la velocità, introducendo una vela moderna che associa laspetto tecnico e tattico al contatto con la natura. La lotta contro gli elementi, presente già nelle discipline storiche, vede oggi laggiunta delleffetto della velocità, della dinamicità ed il concetto nuovo di vivere questo modo di veleggiare con il vento sempre sul viso, indipendentemente dallandatura.

I numeri sono ancora relativamente bassi, ma entro 2/4 anni si registreranno notevoli aumenti: questo è solo linizio. È stato il kite a portare la novità del foil applicato sulle tavole, poi il windsurf e, da qualche anno, abbiamo assistito alla nascita e al crescente successo del wingfoil.

Sicuramente dopo le Olimpiadi di Parigi 2024 si inizierà a vedere il vero effetto di questa rivoluzione. Siamo ancora abituati a vedere laspetto  puramente ricreativo del Foil, ma la vela conoscerà prestazioni sorprendenti: kite e windsurf a Marsiglia saranno le discipline più veloci di tutto il panorama olimpico. 

L’avvento del foil ha stimolato l’ideazione di nuovi format di gara sia come percorsi che tipologie di discipline all’interno di una stessa classe: quanto è stato complicato e ritieni che ci sia ancora margine per nuove proposte?

“Il mondo del foil è in continua evoluzione e non ci si deve fermare mai. Sono continui gli aggiornamenti da fare con coraggio e guardando al futuro, senza aver paura di provare nuovi format, modificandone le durate e/o i percorsi. Sono convinto che nei prossimi anni cambierà molto e diventerà sempre più facile volare sullacqua, anche con pochissimo vento. I giovanissimi hanno un bel futuro davanti”. 

Sei l’unico italiano che andrà alle Olimpiadi come Course representative, nel Team Race Managment. Cosa significa l’assegnazione di questo ruolo (anche praticamente cosa fai) e quanto ha influito il tuo excursus praticamente in tutte le discipline veloci foil

Essere stato nominato Course Rappresentative dal World Sailing è un grande orgoglio. Ho dedicato 12 anni di vita ad un sogno con una visione precisa che oggi è diventata realtà: portare il kite fino alle Olimpiadi. Questanno non solo si realizza il mio sogno e quello di un ristretto gruppo di persone coinvolte in IKA, ma ho anche lonore di dirigere le gare. Seguirò da specialista, oltre al Kitefoil, anche IQFoil quindi tutto il programma foil con leventuale coinvolgimento anche in altre classi. Penso che lessere uno dei pochi ad aver creduto nel foiling da prima del 2010, la mia lunga esperienza in ogni panorama velico (dalle tavole, ai catamarani, alla Coppa America), il contributo apportato alle altre classi e alla nascita del wingfoil racing, sono tutti elementi che hanno giocato un ruolo importante. Al mondo non son molti a vantare certe esperienze.


Domenico Foschini, consigliere FIV settore giovanile

Se un ragazzo vuole provare il foil dove deve andare?

La Federazione Italiana Vela proprio per dare impulso all’attività foiling, situazione che si ritiene un passaggio sostenibile per lo sviluppo delle discipline veliche, ha realizzato un percorso di conoscenza per dare modo ai giovani di fare le prime esperienze attraverso la Foil FIV Academy – patrocinata da Luna Rossa. Forte di una flotta composta da varie tipologie di Foil e in collaborazione con i vari dealer, ha fatto in modo di creare e condividere l’interesse verso la disciplina, proponendo varie tappe in accordo con i Comitati zonali FIV, durante le quali é possibile avere un primo approccio con il foil, seguiti da tecnici FIV. Inoltre in questi anni é stato svolto un percorso tale da riconoscere a livello federale le classi 69 F e Waszp, quest’ultima inserita anche nei campionati italiani giovanili FIV.

La stessa Academy è ben circostanziata dal lavoro della Direzione Giovanile che fa capo ad Alessandra Sensini, con il contributo dei tecnici federali dedicati all’ operatività dell’ Academy.

Purtroppo però sono ancora poche le iniziative di configurazione di vere e proprie squadre, ma segnalo l’attività che è riuscito ad impostare il Circolo Vela Arco, (che potrebbe rappresentare un modello da seguire) che ha creato un gruppo di giovani provenienti da più parti territoriali, fornendo un supporto tecnico sia di avvicinamento, che di specializzazione sulle imbarcazioni foil Waszp, classe di riferimento per i giovani.


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